Dentisti Milano

 

STUDIO DENTISTICO DR. MARZIO LENZI

Tel. 02 462233 - Mail: studio@dottorlenzi.it

 

Via Paolo Uccello, 8 (tra Piazzale Lotto e Citylife) - Milano

TERAPIE

CHIRURGIA ODONTOSTOMATOLOGICA

La chirurgia orale è un ramo dell’odontoiatria che comprende differenti interventi chirurgici che interessano la bocca e che sono eseguiti dal dentista.

Il campo di applicazione più noto della chirurgia orale è l’estrazione dei denti del giudizio, o ottavi, o terzi molari, e di tutti quei denti che spesso non riescono a venir fuori in maniera naturale per mancanza di spazio o a causa di posizione scorretta (denti inclusi). Questo fenomeno prende il nome di disodontiasi e, oltre a caratterizzare i già citati denti del giudizio o terzi molari, può interessare anche canini, incisivi laterali, secondi molari superiori e anche la dentatura decidua (i denti da latte).

Interventi chirurgici di pertinenza odontoiatrica sono anche quelli necessari per asportare neoformazioni dei tessuti duri e dei tessuti molli del cavo orale.

CONSERVATIVA

L'odontoiatria conservativa è una branca dell'Odontoiatria che si occupa principalmente della cura della carie dentale e delle sue complicanze.

Il medico dentista elimina dapprima il tessuto cariato, per poi ripristinare forma, funzione ed estetica, mediante otturazioni dentali o con ricostruzioni più complesse, con tecniche cosiddette dirette, in composito (una miscela di resine e quarzo) e con tecniche indirette, gli intarsi (inlay, onlay e overlay) in composito, in disilicato di litio, in ceramica, in zirconia.

Grazie alle moderne tecniche, sono ripristinate anche l'estetica originale degli elementi dentari e la cosmesi generale della bocca e del volto.

ENDODONZIA

Endodonzia è una parola che deriva dal greco antico e significa: "branca medica che si occupa dell'interno dei denti".

Volendone dare una definizione più semplice, si può affermare che l'Endodonzia è quella branca dell'Odontoiatria che si occupa della devitalizzazione dei denti e che, in pratica, consente spesso di mantenere in bocca denti che altrimenti sarebbero condannati all'estrazione.

L’endodonzia, oltre alla devitalizzazione dei denti, comprende i ritrattamenti del sistema dei canali radicolari (il nervo dei denti) e la cura delle infezioni apicali, quali i granulomi, le cisti e gli ascessi dentari.

Anche lo sbiancamento dei denti non vitali è un ramo dell’endodonzia.
Negli anni, i dentisti hanno accumulato un’esperienza tale da assicurarne la predicibilità e la durata nel tempo.

PEDODONZIA

Con il termine pedodonzia s’indica il settore dell’odontoiatria specializzato nella cura dei denti e del cavo orale dei bambini.

Nel campo terapeutico infantile, per ottenere un risultato di successo, la competenza del dentista deve essere associata a due fattori fondamentali: l’adozione di un approccio psicologico adeguato e l’impegno a un’accurata prevenzione delle patologie.

In pedodonzia, la prevenzione rappresenta più che mai un principio fondamentale.
Intercettare precocemente i disturbi e le anomalie, ne consente una risoluzione migliore e più rapida e pone le basi per la salute orale e il benessere dell’adulto.

Attraverso le cure pedodontiche, i bambini sono seguiti dal dentista fin dall'eruzione dei denti decidui (da latte), sono educati all'igiene orale, sono motivati al corretto uso dello spazzolino, degli scovolini, dei dentifrici e del filo interdentale.

Per questo motivo, una prima visita di controllo odontoiatrico è consigliata a partire almeno dai 4/5 anni, se non vi sono ragioni oggettive per un controllo più anticipato.

PARODONTOLOGIA

La parodontologia è quella branca dell’odontoiatria che si occupa delle malattie delle gengive e dei tessuti circostanti.

La parodontite o “piorrea” è una patologia che coinvolge i tessuti che sostengono i denti (legamento parodontale, gengiva e osso), provocandone il progressivo riassorbimento.

[Nota: il termine “piorrea” è stato sostituito dai dentisti, da molti anni, dal termine, più appropriato, di “parodontite” o “periodontite”, che significa – letteralmente - “infiammazione del parodonto”, cioè infiammazione (e infezione con batteri) della gengiva, dell’osso, del legamento parodontale. Il termine “Piorrea”, in realtà, indicava solamente un sintomo della malattia, e cioè la fuoriuscita di pus dal sito dell’infezione.]

Qualora non trattata adeguatamente, la malattia parodontale può portare a conseguenze gravi, in altre parole all’instabilità e alla perdita degli elementi dentali stessi.

Placca batterica, fumo, malocclusioni congenite o acquisite, predisposizione genetica, sono le principali cause ascrivibili alla piorrea.
Individuare tempestivamente la malattia parodontale è fondamentale per impostare una terapia efficace.

Sintomi quali sanguinamento dalle gengive, gonfiori alternanti o tumefazioni gengivali, frequenti gengiviti possono essere spie indicative di problemi parodontali, da segnalare al dentista.

Tuttavia la malattia parodontale può presentare altrettanto frequentemente un decorso asintomatico, subdolo, diagnosticabile soltanto per mezzo di un controllo radiologico e clinico, associato a un sondaggio parodontale, allo scopo di verificare lo stato osseo e gengivale del paziente.

Nelle forme più lievi di malattia parodontale, i trattamenti di ablazione del tartaro o detartrasi, possono essere sufficienti a garantire la guarigione o il controllo; nei casi più gravi è necessario ricorrere a un trattamento chirurgico.

Le terapie del dentista possono essere non chirurgiche, come levigatura radicolare e curettage. Questi trattamenti possono essere sufficienti a garantirne la guarigione.

Nei casi più gravi è necessario ricorrere a un trattamento chirurgico, come chirurgia gengivale resettiva o conservativa, chirurgia ossea ricostruttiva, con innesti ossei, o con tecnica rigenerativa (membrane riassorbibili e non riassorbibili).

Terapia mucogengivale: chirurgia plastica parodontale, con aumenti di volume della cresta gengivale, per correggere gli inestetismi dovuti a recessioni gengivali semplici e gravi, singole o multiple, utilizzando le più moderne terapie muco-gengivali (procedure di lembi ruotati, lembi avanzati e peduncolati, innesti muco gengivale e bilaminari).

IMPLANTOLOGIA e RIGENERAZIONE OSSEA

Gli impianti dentali osteointegrati sostituiscono le radici naturali dei denti.

Gli impianti dentali rappresentano la soluzione migliore che il dentista può offrire, per la maggior parte delle persone che hanno perso uno o più denti.

Sono installati dai dentisti per la necessità di sostituzione di uno o di più denti mancanti, offrendo una soluzione completa e gradevole, per migliorare il proprio sorriso.

In seguito all’estrazione dei denti, inizia il riassorbimento osseo con la conseguente perdita di quantità ossea.

Dal riassorbimento osseo, derivano una serie di problematiche, quali la mancanza di supporto per il labbro, la riduzione della dimensione verticale dell’occlusione (cioè della distanza tra il labbro superiore e il labbro inferiore), rughe accentuate intorno alle labbra, e potenziali problemi concernenti le articolazioni temporo-mandibolari (ATM, le due articolazioni, destra e sinistra, che consentono l’apertura della bocca e che sono situate in corrispondenza del condotto uditivo, le orecchie), artrosi, dolori all’orecchio, vertigini, dolori tenso-muscolari del collo, del dorso e della schiena, problemi di postura, di deambulazione, di equilibrio, etc..

Gli impianti osteointegrati dentali servono a sostituire le radici dentali, prevenendo in tal modo il riassorbimento osseo e per ripristinare una corretta masticazione.

Solitamente i dentisti cercano di sostituire il dente mancante con elementi funzionalmente ed esteticamente, quanto più possibile, simili ai denti naturali.

Gli impianti dentali costituiscono la soluzione più moderna per la sostituzione dei denti mancanti. Ridonano l’aspetto, la masticazione, la fonazione, la sensazione e le altre funzioni dei denti naturali.

Lo Studio Dentistico del Dott. Marzio Lenzi usa le sistematiche più sofisticate oggi esistenti, e supportate da rinomate ricerche universitarie (con impianti dentali in titanio e zirconio), quali sistemi di maggior affidabilità, successo e durata, oggi conosciuti, nell'implantologia a livello mondiale.

Nei casi di grave perdita di osso, possono essere attuate tecniche di GBR (Guided Bone Regeneration), la rigenerazione ossea guidata, che è una tecnica chirurgica che permette, tramite l’utilizzo di materiale di riempimento e membrane, la formazione di nuovo osso, al fine di stabilizzare gli impianti e ricreare un aspetto estetico funzionale favorevole.

A tale scopo esistono diverse metodiche che il dentista può attuare per risolvere la carenza ossea:

1. Osteoconduzione: un materiale di innesto serve da guida nel processo di rigenerazione ossea;

2. Osteoinduzione: in cui fattori di crescita stimolano la rigenerazione ossea;

3. La distrazione osteogenica: una osteotomia chirurgica permette l’allontanamento graduale delle due porzioni ossee con relativa osteoformazione;

4. La rigenerazione ossea guidata.

A protezione del materiale di innesto, vengono utilizzate delle membrane che possono essere riassorbibili o non riassorbibili, comprese le griglie in titanio, e la percentuale di successo, di sopravvivenza implantare, nelle zone trattate con GBR, varia dal 92 al 100%, a seconda delle casistiche.

PROTESI

La parte protesica riveste un ruolo d’importanza fondamentale per la buona riuscita dell’intervento riabilitativo, e per il risultato finale, funzionale ed estetico, che il dentista può prevedere per il paziente, per molteplici aspetti.

Le riabilitazioni protesiche nei casi di edentulìa completa, possono essere portate a termine dal dentista con protesi mobili a totale appoggio sulla fibro-mucosa dei mascellari (protesi totale).

Oppure con protesi mobili ancorate a impianti endossei e a mesostrutture su barre fresate, o su attacchi a pallina, con overdenture con barra su due impianti o overdenture con barra su quattro impianti.

Le protesi fisse (corone e ponti in metallo-ceramica, in oro-ceramica, in zirconio e in ceramica integrale, corone e ponti in metallo o oro e porcellana e ponti in titanio e composito) possono essere posizionate dal dentista su pilastri forniti esclusivamente da impianti o da elementi dentari naturali.

Le riabilitazioni protesiche nei casi di edentulia parziale sono pianificate utilizzando protesi fisse posizionate su pilastri naturali (elementi dentari naturali) o su impianti osteointegrati.

Le protesi rimovibili (“protesi scheletrate” o “protesi parziali in resina”) possono essere appoggiate ai pilastri naturali, con l’ausilio di ganci o ancorate a protesi fisse per mezzo di attacchi di precisione.

Lo studio dentistico e il laboratorio protesico forniscono i dispositivi secondo le normative dell’Unione Europea, previste dalla legge, e curano, in particolar modo con tecniche moderne, l'estetica dei denti.

ORTOGNATODONZIA

L’ortognatodonzia è quella branca dell’odontoiatria che si occupa dello studio della corretta morfogenesi dell’apparato cranio-facciale, nel distretto naso-bocca-mandibola-collo.

Il dentista ortognatodonzista verifica la corretta occlusione dentale per intercettare ed evitare con tempestività eventuali problemi estetici, masticatori, foniatrici, respiratori, di deglutizione, psicologici.

L’ortognatodonzia è quella branca dell’odontoiatria (anche chiamata ortodonzia) che mira a correggere le malformazioni delle ossa mascellari e le anomalie di posizione dei denti (malocclusioni), per evitare il danno che queste alterazioni possono provocare all‘estetica del volto e alle funzioni respiratorie, masticatorie e fonatorie.

L’apparato masticatorio è un sistema dinamico, organizzato per compiere una varietà di funzioni. Oltre alla masticazione, lo stesso sistema è deputato alle funzioni di bere, inghiottire, respirare, per non parlare poi di sorridere, baciare, esprimersi e comunicare.

L’intero sistema stomatognatico è realmente un notevole esempio di bioingegneria multiuso.
Per l‘espletamento di tutte queste funzioni, è ovvio che le labbra, la lingua, le guance, le ossa, le articolazioni e i muscoli debbono essere finemente correlati tra loro, e con i denti, che devono adattarsi all’interno del sistema, senza disturbare ciascuna delle altre richieste funzionali e viceversa.

Una visita precoce permette al dentista e all’ortodontista di determinare come e quando è meglio intervenire per avere il massimo risultato nel minor tempo possibile. Le associazioni di ortodontisti di tutto il mondo consigliano di eseguire la prima visita ortodontica verso i 7 anni.

Lo scopo di una visita così precoce è quello di valutare se sono presenti alterazioni delle relazioni anatomofisiologiche tra le arcate dentarie superiori e inferiori o fra singoli denti o gruppi di denti (malocclusioni) e/o alterazioni dei rapporti scheletrici.

Si possono così individuare già nelle arcate decidue (quando sono ancora presenti i denti da latte) i segni premonitori o decisamente evidenti di una futura grave malocclusione.

Le malocclusioni possono portare ad una non fisiologica masticazione, a disturbi delle articolazioni temporomandibolari (ATM), a disturbi del linguaggio e anche disagi psicologici.

Normalmente la fiducia in se stessi aumenta quando il proprio sorriso e l’aspetto migliorano.
Il desiderio di avere un bel sorriso non andrebbe sottovalutato.

E’ giusto incoraggiare nostro figlio, sin dall’età di 4/5 anni, ad abitudini di igiene orale sane e a cure dentali fatte da professionisti.

A 7 anni o anche prima, se si sospetta qualche problema, è bene fare una visita ortodontica. Il dentista e l’ortodontista potrà così prevenire i problemi più seri e intervenire al momento giusto, per garantire, in futuro, il sorriso più sano e più bello possibile.

 

 

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