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Prima che il dentista spieghi quali sono le corrette manovre di spazzolamento dei denti, è bene precisare che – come vedremo - questa serie di operazioni è fondamentale per la prevenzione delle malattie della bocca e dei denti stessi.
L’importanza di rimuovere il meglio possibile la placca dentale (non illudiamoci che si riesca a rimuoverla davvero completamente), sta nel fatto che la placca stessa è la causa principale delle malattie prevalenti che colpiscono la bocca, i denti e le gengive.
Infatti, la carie e la malattia paradontale o parodontite o periodontite (che un tempo veniva chiamata piorrea, confondendo un sintomo con la malattia), sono causate principalmente dalla placca batterica.
Esistono anche altre concause o cofattori, che possono favorire l’insorgenza di queste malattie (ambientali, ereditari, genetici, familiari, costituzionali, etc.), ma sta di fatto che senza placca batterica non ci sarebbe né carie né parodontite (nella maggior parte dei casi).
La placca batterica è un miscuglio, molto adesivo sui denti e anche sulle mucose, di microrganismi (soprattutto batteri, ma possono anche esserci virus e funghi), che, peraltro sono usualmente normali abitatori della nostra bocca, i quali, in certe condizioni favorevoli – tra cui la cattiva igiene orale – si moltiplicano e si aggregano, con la partecipazione di sostanze secrete con la nostra saliva (mucopolisaccaridi e sali di calcio e magnesio), si incollano a strati sui denti, sulle gengive e sulle mucose e diventano aggressivi per i tessuti sottostanti.
Per questo motivo è di fondamentale importanza non limitarsi a spazzolare i denti. Lo spazzolamento deve coinvolgere anche le gengive e la lingua.
La carie inizia a formarsi quando i batteri, che si nutrono dei residui alimentari non rimossi (soprattutto se ricchi di zucchero) iniziano, nel volgere di pochi minuti, delle trasformazioni chimiche che comportano la formazione di sostanze, tra cui l’acido lattico, che provocano la demineralizzazione e la decalcificazione dello smalto, che inizia a sfaldarsi e a disgregarsi, con formazione, prima, di micro cavità, e poi di cavità cariose sempre più grandi, fino a quando il dente non diventa sensibile e/o dolente al caldo e al freddo o nella masticazione.
Nella malattia parodontale, i batteri, che si accumulano soprattutto negli spazi tra un dente e l’altro (spazi interdentali) e nel solco tra dente e gengiva (i dentisti chiamano “tasche” i solchi malati), con un meccanismo pressoché simile, provocano l’infiammazione gengivale, che per lungo tempo può rimanere asintomatica, e che infine produce (con l’innesco anche di fenomeni immunitari ed autoimmunitari) danni sia al legamento parodontale (i tessuti che collegano il dente all’osso alveolare nel quale sono inseriti) sia allo stesso osso mascellare e mandibolare.
Per quanto riguarda i tempi necessari di spazzolamento dei denti, per avere un’igiene orale sufficiente, l’A.D.A. (Associazione Dentisti Americani) ha pubblicato varie raccomandazioni nelle quali sono suggeriti almeno due minuti di tempo per lo spazzolamento, da farsi almeno due volte al giorno.
Con uno spazzolino adeguato (di media durezza e con setole artificiali) e con poco dentifricio (l’azione pulente è quella meccanica con lo spazzolino, mentre il dentifricio ha una blanda azione emolliente e “scivolante”), stando in posizione eretta, possibilmente davanti a un lavandino (poi servirà l’acqua per sciacquarsi) e davanti a uno specchio (per controllare le manovre), si deve tenere il braccio in posizione orizzontale e con un movimento di rotazione dell’avambraccio, muovere lo spazzolino con una rotazione alto-basso per l’arcata superiore e basso-alto per l’arcata inferiore.
Con le setole appoggiate sulla gengiva, bisogna eseguire la rotazione con trascinamento delle setole dalla gengiva verso il dente (alcuni dentisti dicono dal rosso al bianco), ripetendo l’operazione su ogni dente o gruppo di denti.
Lo stesso movimento deve essere ripetuto anche sulle superfici
interne (dal lato del palato e della lingua), sia sui denti davanti
(incisivi e canini) sia sui denti laterali (premolari e molari).
La
parte masticante (occlusale) deve essere pulita sia con movimenti avanti
e indietro sia con movimenti rotatori orizzontali, in modo da pulire
bene i solchi occlusali presenti tra le cuspidi (le punte masticanti)
dei denti.
Queste manovre, per essere ben eseguite ed efficaci, richiedono dai due ai quattro minuti. Solo con l’esperienza si riesce a fare una buona pulizia in soli due minuti.
In verità, bisogna dire che la descrizione scritta dei movimenti per pulire i denti appare più complicata e farraginosa di quanto sia nella realtà.
Il Vostro dentista saprà spiegarlo in modo molto più semplice con una prova pratica.
Queste manovre devono essere eseguite nel modo più efficace per pulire al meglio le cinque superfici di ogni dente e tutte le superfici accessibili delle gengive.
Questa detersione dovrebbe essere eseguita dopo ogni pasto o almeno
mattina e sera.
Soprattutto la sera, prima di coricarsi, è importante
effettuare la migliore detersione possibile.
Di notte l’azione di autodetersione della lingua e della saliva si riduce di molto ed i batteri hanno più tempo e più modo per moltiplicarsi e per aggredire lo smalto dei denti.
Durante lo spazzolamento dei denti è bene effettuare molti sciacqui energici con acqua non fredda e con un collutorio, per allontanare i detriti e gli ammassi di batteri rimossi.
Spazzolino
Lo spazzolino è il primo strumento per una corretta igiene orale,
insieme al filo interdentale.
Sul mercato ci sono molti spazzolini
inefficaci, se non addirittura dannosi, prodotti solo a scopo
commerciale.
Lo spazzolino ideale deve avere un’impugnatura comoda e confortevole, avere setole non naturali, ma sintetiche, arrotondate nella parte terminale e con durezza media.
La testa dello spazzolino deve essere piccola per potersi muovere senza difficoltà all’interno della bocca, con il manico diritto per facilitare il movimento di spazzolamento.
I dentisti raccomandano che lo spazzolino venga ben igienizzato.
Durante la pulizia dei denti, lo spazzolino viene contaminato con i batteri e gli agenti patogeni presenti in bocca. Perciò va lavato e sciacquato bene e conservato in un contenitore asciutto e ripulito.
Per la stessa ragione, lo spazzolino va cambiato spesso. Non bisogna aspettare che le setole siano deteriorate.
Filo interdentale
Il filo interdentale ha lo scopo di rimuovere la placca batterica e i residui di cibo che rimangono negli spazi interdentali. I fili interdentali migliori sono senza cera, con tracce di fluoro.
I dentisti constatano spesso il suo mancato o inefficace o improprio uso.
Il filo interdentale va inserito delicatamente fra dente e dente, passando dal punto di contatto tra i due denti. Successivamente deve essere posizionato nel solco tra la gengiva (la papilla interdentale) e la superficie del dente da pulire, poi teso in modo da contornare il dente da pulire, quindi lo si deve muovere in su e in giù (senza farlo scorrere avanti e indietro), in modo da detergere la superficie interdentale del dente trattato. Poi lo si estrae ripassando dal punto di contatto o facendolo scorrere delicatamente. Poi lo si inserisce nuovamente nello stesso spazio e si abbraccia la superficie del dente accanto. Questa operazione deve essere ripetuta su ogni superficie interdentale.
Il filo interdentale è monouso e una volta usato va eliminato.
Un
tipo particolare di filo interdentale è il Superfloss, un filo dotato di
una estremità leggermente irrigidita, di un tratto spugnoso e di un
segmento più lungo di filo tradizionale.
Il suo uso è indicato sia
con protesi fisse sia con denti naturali.
La parte più rigida permette di infilare il filo nello spazio interdentale di un ponte, sotto il punto di unione, e poi di far scorrere la spugnetta che ha una maggiore capacità di rimuovere placca e residui alimentari. Il resto del filo può essere usato in modo tradizionale.
Nei denti naturali è indicato per una miglior pulizia delle superfici di contatto tra un dente e l’altro, specie quando tali contatti non sono strettissimi, come ad esempio in spazi aumentati in conseguenza di patologia parodontale.
Scovolino interprossimale
Lo scovolino interprossimale è uno spazzolino di piccole dimensioni
con forma cilindrica o conica.
Il suo scopo è pulire lo spazio
interdentale delle strutture protesiche o tra i denti naturali quando lo
spazio lo consente o quando le lesioni da parodontopatia hanno lasciato
spazi notevoli fra i denti stessi.
Il suo uso è indicato anche nel caso in cui le recessioni da malattia parodontale abbiano lasciata scoperta la biforcazione delle radici dei denti pluriradicolati.
Le zone protesiche dove può essere usato sono sotto i ponti o in zone poco accessibili, come i denti-pilastro che supportano protesi rimovibili.
Lo scovolino interprossimale è ottimo anche con gli apparecchi
ortodontici fissi, consentendo di passare tra un dente e l’altro e sotto
il filo metallico o anche intorno agli attacchi dell’apparecchio.
Non
sostituiscono lo spazzolino tradizionale, ma aiutano ad eseguire una
pulizia più appropriata nelle aree di difficile accesso.
Collutori
I Collutori sono liquidi a base di acqua, con aggiunta di sostanze
medicamentose.
Per lo più si tratta di soluzioni alcoliche con
addizionati fluoro, sostanze aromatiche o disinfettanti.
Questi sono
i collutori più frequentemente usati dopo spazzolino e filo.
Altri collutori contengono farmaci antinfiammatori per uso in caso di infiammazione in bocca o dopo piccoli interventi chirurgici.
Alcuni collutori contengono antibatterici come la clorexidina (molto
efficace) e sono indicati per pazienti con molta placca o con malattie
paradontali o dopo interventi chirurgici.
Possono essere usati solo
per periodi relativamente brevi di 7-15 giorni, in quanto danno due
effetti collaterali lievi e reversibili, ma che possono essere sgraditi,
l’alterazione del sapore dei cibi e una colorazione giallo-brunastra di
denti e gengive.
Rivelatori di placca
I rivelatori di placca sono pastiglie o liquidi, da trattenere per
qualche minuto in bocca, contenenti una sostanza colorata che ha la
prerogativa di depositarsi elettivamente sulla placca batterica.
Il
loro scopo è di visualizzare, con una colorazione intensa, le aree dove
si accumula la placca dentale, cioè i batteri.
I rivelatori di placca sono consigliati dai dentisti per verificare l’efficacia delle manovre di spazzolamento (cioè devono essere usati dopo aver spazzolato, per verificare dove è rimasta placca) in modo da correggere le manovre per l’igiene orale.
Idropulsori
Gli idropropulsori sono apparecchi con un serbatoio per l’acqua o per
il collutorio, con un ugello da cui fuoriesce un getto potente per
detergere i denti. Sono utili per la rimozione grossolana dei residui di
cibo e, con cautela, in pazienti con patologie parodontali.
Non
sostituiscono assolutamente l’azione meccanica dello spazzolino.
Spazzolini elettrici
Gli spazzolini elettrici non danno generalmente un effetto migliore rispetto agli spazzolini manuali, ma possono essere utili in persone che hanno difficoltà nell’eseguire i corretti movimenti con gli spazzolini tradizionali. Un uso non corretto può determinare danni sia alle mucose che ai denti.
Alcuni dei più recenti spazzolini elettrici, tuttavia, sono abbastanza efficaci.
Raschia-lingua
La lingua, con la sua superficie ruvida e anfrattuosa (per la
presenza dei villi e delle papille gustative) è un terreno favorevole
per la proliferazione dei batteri.
Perciò bisogna spazzolarla con
l’apposito raschietto o con lo stesso spazzolino da denti.
Con lo spazzolino si devono eseguire movimenti delicati ma ampi, su tutta la superficie della lingua.
Il raschietto consente di rimuovere meglio la placca dalla lingua e si usa appoggiandolo sulla parte posteriore della lingua e strisciandolo in avanti verso la punta della lingua stessa.
Spazzolino per dentiere
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